La tesi che Perotti sostiene nell’articolo è la seguente: “quando si rinuncia ad ogni considerazione razionale di costi e benefici per la collettività, il rischio è che, passata la sbornia retorica, i simboli di ieri divengano delle zavorre, o addirittura degli incubi”.
Probabilmente il progetto Expo 2015 – così come il Mose di Venezia - sono solo gli ultimi di una lunga serie di progetti nati senza fondamenta solide, ossia senza un’attenta analisi costi-benefici delle diverse alternative in grado di dimostrarne l’utilità economico-sociale, anche sotto il profilo ambientale.
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